Non vi è cosa più certa della morte e niente più incerto dell’ora della morte.
Dio ti nasconde l’ultimo giorno della vita perché in tutti i giorni tu sia preparato a morire.
Vegliate – ammonisce il Signore – perché non sapete né il giorno né l’ora (Matteo 25,13).
Tutti sono più che convinti della morte, ma il loro inganno sta nel figurarsela così lontana da perderla di vista.
Quante volte si è sentito dire che un tizio è morto per un incidente stradale, un altro per infarto, quell’altro stroncato in breve tempo da un male incurabile, quello colpito da emorragia cerebrale, e così sovente la morte arriva all’improvviso, e la vita dell’uomo passa fugace come un ombra.
Stiamo sempre preparati perché la morte viene come un ladro di notte, nell’ora che meno noi pensiamo.
Operiamo il bene e la carità verso il nostro prossimo per essere preparati al regno di Dio in ogni momento.
Operiamo il bene fino a quando siamo in tempo poiché non sappiamo quando calerà la notte terrena sulla giornata della vita.
Teniamoci sempre pronti per il giorno della chiamata.
Oh, quale grande maestra è la morte, che affratella tutti nello stesso destino! Essa ci insegna che nella vita ciò che conta è la bontà, l’amore ,il perdono e la fratellanza.
Davanti alla morte siamo tutti uguali. Ricchi o poveri, umili o potenti, la morte non guarda in faccia a nessuno.
Se pensassimo ogni giorno che dobbiamo lasciare questo mondo , oh, quanto saremmo più buoni.
Solo l’amore porti al di là della morte, tutto il resto lo lasci di qua.
Scegliamo già ora ciò che vorremmo aver scelto in punto di morte e facciamo ogni cosa come se fosse l’ultima della nostra vita.
‘A livella
La livella è le escroveto che l’usa il muratore per nivelari il muro, dunque
Ogn’anno, il due novembre, c’é l’usanza
Per i defunti andare al Cimitero
Ognuno ll’adda fà chesta crianza
Ognuno adda tené chistu penziero
Ogn’anno, puntualmente, in questo giorno
Di questa triste e mesta ricorrenza
Anch’io ci vado, e con dei fiori adorno
Il loculo marmoreo ‘e zi’ Vicenza
St’anno m’é capitato ‘navventura
Dopo di aver compiuto il triste omaggio
Madonna, si ce penzo, e che paura!
Ma po’ facette un’anema e curaggio
‘O fatto è chisto, statemi a sentire
S’avvicinava ll’ora d’à chiusura
Io, tomo tomo, stavo per uscire
Buttando un occhio a qualche sepoltura
“Qui dorme in pace il nobile marchese
Signore di Rovigo e di Belluno
Ardimentoso eroe di mille imprese
Morto…
Antonio De Curtis