Sono stati necessari alcuni anni per arrivare alla sentenza della Corte di Cassazione 00359/22 (Tribunale di Chieti nel 2017, in Corte di Appello de L’Aquila nel 2019) che ha condannato la ASL 02 Abruzzo (anche al risarcimento del danno) rispetto ad una vertenza sindacale per demansionamento di un infermiere dipendente costretto a lavorare per anni senza l’ausilio e il supporto di personale con la qualifica di Operatore Socio-Sanitario.
Tale vertenza è servita per dimostrare come una intera categoria professionale, quella degli infermieri, sia stata costretta a lavorare in condizioni inaccettabili, dequalificati e demansionati di fatto, costringendoli ad assolvere compiti che non rientrano nelle loro mansioni.
Da decenni si denuncia lo scempio di una professione considerata ancillare e di secondo piano, non degna di rispetto e dignità professionale ma assolutamente centrale nell’assistenza agli ammalati, sia negli ospedali che nel territorio. La figura dell’infermiere, oggi laureato, dedito alla assistenza diretta ai pazienti nelle urgenze come nelle sale operatorie, nei 118 e Pronto Soccorso e nei reparti di alta specializzazione (Cardiochirurgia, Nefrologia e Dialisi, Neurologia, ecc.) è stata mortificata professionalmente costringendola a mansioni di tipo alberghiero e di igiene ambientale.
BECCATEVI QUESTA SIGNORE/I CAPI !!!!!!!!!!!!!