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La Procura di Milano ha disposto l’archiviazione dell’indagine sui morti covid al Pio Albergo Trivulzio. Azzoni, Associazione Felicita: «Amareggiati»
Andrea Guerra
18 Ottobre 2021
L’inchiesta (ne avevamo parlato qui nella rubrica PEPITE) era stata aperta dopo che nella struttura, tra gennaio ed aprile 2020, erano deceduti oltre 100 anziani.
La Procura di Milano ha chiesto all’ufficio Gip di archiviare l’inchiesta a carico dell’ex dg Giuseppe Calicchio, indagato per omicidio colposo, epidemia colposa e violazione delle regole sulla sicurezza nei luoghi di lavoro (e a carico anche della struttura stessa).
Nella richiesta di archiviazione i pm hanno scritto che non sarebbe stata «acquisita alcuna evidenza di condotte colpose o comunque irregolari, causalmente rilevanti nei singoli decessi, in ordine all’assistenza prestata»
La nota dei pm continua: «Con riguardo ai singoli casi, neppure sono state accertate evidenze di carenze specifiche, diverse dalle criticità generali» che riguardino le misure protettive e di contenimento della trasmissione del covid e che potrebbero aver inciso sul contagio all’interno del Pat.
In pratica non ci sarebbe il nesso di causa effetto tra le morti e le misure messe in atto nella Rsa.
La Procura milanese ha chiesto l’archiviazione anche per tutti gli altri procedimenti simili relativi a morti nelle Rsa milanesi.
Alessandro Azzoni, a capo dell’Associazione Felicita dice: «Amareggiati»!
«Amareggiati ma non sorpresi da questa decisione della Procura di Milano», ha detto Alessandro Azzoni, presidente dell’Associazione Felicita che riunisce i parenti delle vittime al Pio Albergo Trivulzio (e che aveva pubblicato un “Libro Bianco” per non dimenticare i morti di covid).
Continua Azzoni: «Nel corso di questi 18 mesi di indagini, che hanno visto il lungo e impegnativo lavoro degli inquirenti, della Guardia di Finanza e dei periti, ma non hanno mai dato spazio all’ascolto di nessuno dei 150 firmatari dell’esposto collettivo presentato dall’Associazione Felicita».
Diffusa rimozione della tragedia, secondo Azzoni: «Nell’intento di cancellare il conflitto tra gli interessi dei cittadini direttamente colpiti e i diversi interessi delle parti economiche, politiche e istituzionali a vario titolo coinvolte nella catena di responsabilità, e per questo convergenti nell’ignorare la verità attraverso una comune narrazione auto-assolutoria».