Papa Pio VII: Ricordati figliolo che la Giustizia non è di questo mondo, ma dell’altro.
Marchese del Grillo: Eh, lo so Santità. Giustizia dell’altro mondo…
Papa Pio VII: Proprio così figliolo… E poiché Noi purtroppo siamo di questo mondo, ti condanniamo ugualmente a trenta giorni di fortezza. Dieci giorni per aver mancato di rispetto alla persona del Pontefice, dandolo per morto, del che facciamo i dovuti scongiuri; altri 10 giorni per esserti preso gioco della giustizia di questo nostro regno, facendo condannare un povero innocente.
Marchese del Grillo: No, eh, quello l’ho risarcito, Santità, hai voglia! Ho pagato tre volte il suo credito, in più gli ho regalato un terreno fuori Porta San Sebastiano… eh eh. Avesse visto la faccia di Aronne Piperno, non stava più in sé dalla gioia!
Papa Pio VII: Eh vabbè… sorvoliamo e ti diamo un solo giorno.
Marchese del Grillo: Grazie…
Papa Pio VII: Uno per ogni cardinale, per ogni principe, per ogni funzionario da te indotto in corruzione. Quanti sono?
Marchese del Grillo: Chi, i corotti?
Papa Pio VII: Sì, quandi so’?
Marchese del Grillo: Beh, ‘na ventina.
Papa Pio VII: E allora i conti tornano! Son sempre trenta giorni! Questo è il verdetto emesso dal Pontefice Pio VII in qualità di capo del governo pontificio.
[..]
Papa Pio VII: Onofrio, come papa e come capo della Chiesa di Cristo misericordioso, commuto seduta stante i trenta giorni di fortezza…
Marchese del Grillo: Grazie, grazie.
Papa Pio VII: …in trenta pateravegloria da dirsi trenta volte per trenta giorni consecutivi.
Marchese del Grillo: Ecco… allora era meglio anna’ in fortezza!