Milano, cantiere della demolizione sistematica di quello che resta della Sanità Universale, (universale è tale se gratuita). Nella classifica dai valori ribaltata si assegnano punti a chi toglie risorse alla sanità e scarica i costi sulla popolazione. La locomotiva lombarda fa da battistrada, come sempre, a linee che diverranno nazionali. Un successo e un primato che sembra premiare eroi negativi e produrre orrori.
Milano, 2003 la Clinica Privata Santa Rita viene premiata dalla Regione Lombardia perché presentò ottimi parametri di bilancio. Solo successivamente si venne a scoprire che si impiantavano protesi non necessarie per tenere alto il fatturato. Purtroppo pratiche e personaggi sono negativi solo quando gli orrori vengono allo scoperto, prima sono professionisti di successo.
Milano, 2023 viene stabilito che studenti, turisti, lavoratori in trasferta e tutti i non residenti dovranno pagare il Medico di Guardia 20 euro per la visita in ambulatorio e 35 per quelle a domicilio. Sembra una misura di ordinaria follia amministrativa ma in realtà è l’ennesimo salto verso l’abbrutimento del quadro sociale e della convivenza civile.
Che sia proprio un sindacato dei medici, – lo Snami, che per deontologia dovrebbe essere per una sanità universale, ad osannare una soluzione disgustosamente corporativa è il segno di un degrado più generale.
La rivendicazione di un compenso adeguato per il servizio fornito è legittima, ma invece di chiederla alla controparte (Regione Lombardia) lo Snami e tutti quelli che restano muti, diventano complici, facendo pagare una tassa ulteriore agli utenti “stranieri” non certificati “lumbard”!
Le inevitabili conseguenze di questo misfatto saranno l’ulteriore affollamento dei Pronti Soccorso, ultimo presidio per l’assistenza gratuita; le code si allungheranno, le attese infinite produrranno tensioni; ci saranno esplosioni di rabbia, si faranno le solite campagne sulla Malasanità Pubblica.
Ben coperto da questo prevedibile polverone, il vero colpevole la farà franca, godendosi il suo bottino. “La continuità assistenziale solo per i residenti” è un concetto iniquo e sbagliato.
Chi ha bisogno di cure, infatti, sempre più sarà costretto a rivolgersi a strutture private, arricchendo quel complesso affaristico e politico che le controlla!
Non abbiamo a che fare con sprovveduti senza coscienza e non è solo l’avidità a muovere questa gente: abbiamo a che fare con la linea generale di una ceto imprenditoriale e di un governo che impone sacrifici e disciplinamento per destinare risorse per le sue guerre.
E per questo deve condurre una guerra senza quartiere ai lavoratori, ai senza lavoro, ai poveri. L’intreccio tra politica e guerra non è una dimensione lontana: fa parte della nostra quotidianità.
Sta a noi lavoratori rompere questo intreccio tra politica e guerra, tra lotta per la sopravvivenza e lotta che elimini la radice di tutte le guerre e di tutte le barbarie: lo sfruttamento del lavoro salariato.