STORIA DI UNA MISSIONARIA VISSUTA NEL SEGNO DELL’AMORE ASSOLUTO
LEONETTA BENTIVOGLIO
Cos’è Annalena? È un libro sull’amore. Una domanda semplice merita una risposta netta e concisa. Questo romanzo-biografia pubblicato da Einaudi è il bellissimo ritratto che Annalena Benini dedica alla figura straordinaria, cioè proprio fuori dall’ordinario, della missionaria laica Annalena Tonelli, nata a Forlì nel 1943 e assassinata in Somalia nel 2003. È il quadro in prosa, fedele e vibrante, di una creatura che vive ispirata da un amore assoluto. Il suo sentire è un miracolo introvabile nei “normali” esseri umani: Tonelli dà tutto senza pretendere nulla. Un ego ipertrofico domina altre imprese per così dire benefiche che paiono encomiabili, mentre puntano solo ai riconoscimenti. Anche questo è un tema affiorante dal tessuto complesso di Annalena, in grado di evidenziare le ambivalenze di una realtà non conciliabile con la politica, nemmeno con quella definita “umanitaria”.
L’amore di Tonelli ha un’audacia diversa, osservata da Benini attraverso una lente piena di echi soggettivi, nel senso che l’Annalena scrittrice mescola la propria vicenda personale a quella dell’Annalena “spiritualmente abitata”. Benini è stata spinta ad affrontarla da una discesa agli inferi causatale da una pericolosa polmonite, come riferisce nelle pagine iniziali. Benini è di Forlì come Tonelli, sua cugina di terzo grado. Ne ha sentito parlare in famiglia ma non ha mai esplorato quel personaggio mitico e distantissimo, benché identico a lei nel nome. Quand’è inferma e sull’orlo dell’abisso, il nome condiviso la stimola a imbarcarsi in un viaggio speculare ma ribaltato. Benini è caratterialmente il contrario di Tonelli. Non ha un’indole dominante e ama con un eccesso di viscere per arrivare a possedere i propri amati. Sono molti i suoi aspetti dissimili dalle peculiarità dell’altra Annalena. Ma è anche grazie alle differenze che Benini si concentra su Tonelli seguendone le tracce, scovandone i testi e analizzandone le motivazioni. Cerca le proprie aspirazioni rimosse. Vuol recuperare sé stessa nella faccia opposta della luna. Alla luce della sorte di Tonelli, rilegge autrici come Simone Weil ed Etty Hillesum. Trova un orientamento femminile della Storia.
Tonelli emerge dal suo resoconto come un’essenza individuale adamantina riversata nei dolori dei più miseri della Terra. Schiva ma imperiosa, questa «donna quasi mistica» (parole tratte da Virginia Woolf) esprime una vocazione libera ed estrema. Il suo impulso esatto e la sua coerenza radicale incutono timore, gettandoci nel panico di non essere all’altezza di niente. Siamo deboli, smarriti, inerti, avari. Privi di significato negli incessanti bisogni di conferme che ci distinguono.
Annalena invece è sconvolgente per coraggio cieco e sordo. Da ragazzina ha già un’urgenza che non ci riguarda. S’allontana presto dal mondo degli sciocchi come noi. Prima è in Kenya, tra i poveri e le tarantole e col rischio d’essere uccisa. Poi va in Somalia negli anni della dittatura orrenda di Siad Barre, immergendosi nella violenza e in carestie feroci. Mantiene con fermezza la sua foga innamorata dei più fragili e il suo pensiero indipendente dai vessilli, persino da quelli chiesastici. Riesce a sconfiggere quasi del tutto la tubercolosi nel Corno d’Africa. Tira su ospedali dalle fondamenta fino agli scoli d’acqua. Organizza spazi esterni attorno agli edifici di ricovero per far sì che i nomadi accettino d’essere medicati e soccorsi restando nelle loro tende. Cura migliaia di persone senza dimenticare il nome di nessuno. Respinge tutto, dal materasso ai vestiti, dagli allori al riposo. Tutto tranne l’immensità dell’amore. Non vuole stare un passo indietro né desiderare meno. Sposa la dismisura. La profondità del suo amore provoca vertigini. La sua presenza resta impressa sia in chi la incontra dal vivo ed è mutato dalla sua folgore, come si evince dalle testimonianze raccolte da Benini, sia al lettore di questa storia che smuove emozioni e riflessioni. La sfida di Annalena è quella di un’indagine sulla forza dell’immanenza e sul valore del costruire e del realizzare, nella concretezza e malgrado l’enormità degli ostacoli. Sta nella lotta eroica di Tonelli la chiave del passaggio in cui l’immanenza diviene trascendenza.
in “la Repubblica” del 30 luglio 2023