Susan John è sta stata uccisa dallo Stato: Nordio il più cinico

Dov’è la politica?

Muoia Susanna, muoia Azzurra, muoia Andrea. I risultati elettorali mica cambiano.

EDITORIALI – di Piero Sansonetti –  L’Unità 13 Agosto 2023

Susan è morta di fame e di sete, perché faceva lo sciopero della fame e della sete. Lo Stato l’aveva in custodia. L’ha lasciata morire. Lo Stato l’ha condannata a morte. Deve risponderne perché in Italia la pena di morte è vietata dalla Costituzione. Non risponderà. Azzurra invece è morta perché aveva deciso di morire. Perché non sopportava il carcere. Perché lo viveva come una sopraffazione, un’ingiustizia, un’ingiustizia più grande ancora del suo istinto di conservazione.

Azzurra si è impiccata. Nello stesso giorno nel quale è morta Susan. Nella stessa prigione. Lo Stato non le ha impedito di morire. Le ha imposto la sua legge, la follia di una sua legge che prevede il carcere per punire. Il carcere, la tortura, l’infamia. Ieri invece è morto Andrea Muraca. A Rossano, in Calabria. Il suo nome lo abbiamo scoperto su Facebook. Lo Stato non ce l’ha detto. Aveva in custodia anche lui, lo Stato. Anche Andrea. Non lo ha custodito bene. Aveva 42 anni, qualche anno fa aveva perduto un figlio. Immagino un ragazzo. Non sappiamo altro. Sappiamo che numero è: il numero 47. Cioè la quarantasettesima persona che si è suicidata in carcere quest’anno.

I suicidi sono numeri. Sigle. Età. Reati. Reato stupefacenti, dicono al carcere di Rossano. Come Susan. Era in prigione da febbraio, detenzione preventiva imposta dalla Dda di Catanzaro. Quella di Gratteri. Lo accusavano – se ho capito bene – di piccolo spaccio. Le prigioni italiane sono ormai piene zeppe di ragazzi, di donne, di adulti che sono accusati di questo reato. Mica solo a Rossano. Probabilmente se si legalizzasse la droga leggera le carceri non sarebbero più affollate. Ma non sarebbe questo il rimedio definitivo.

Le carceri vanno abolite perché non servono a punire i delitti: le carceri sono un delitto. Il più grave delitto dello Stato. Ieri nel carcere di Torino dove è morta Susan John, 42 anni, due figli, uno di 4 anni, è esplosa la protesta quando si è presentato il ministro Nordio. Urla, e la tradizionale battitura coi cucchiai sulle sbarre delle celle. Come è possibile che nessuno sapesse che da 20 giorni una detenuta stava facendo lo sciopero della fame, perché si dichiarava innocente e perché voleva rivedere il suo bambino piccolo, che vive senza la mamma. Spesso succede così: la mamma viene mandata in prigione e lascia a casa dei bambini piccoli che scontano così la condanna anche loro.

La magistratura di sorveglianza è stata avvertita? Perché non è stata avvertita la garante dei detenuti? Qualcuno ha preso in considerazione l’ipotesi di liberarla? Per una società moderna e civile vale di più lo scalpo di una donna forse innocente o forse colpevole, o vale di più la vita umana? La politica, la politica! Dov’è la politica? Si è manifestata nella persona del ministro Nordio che è andato al carcere, ieri, per dire che quella signora non stava facendo lo sciopero della fame e non ce l’aveva col governo, e ha detto che le circostanze e la ragione della morte sono “dettagli tecnici” che non ha approfondito: Non ci credete? Sì, sì, ha detto così il ministro garantista. Ha voluto prenderla lui la medaglia d’oro che spetta al ministro più cinico dell’anno.

Quanto tempo è passato? Due secoli, dieci secoli? Come si è dissolto quel fiume carsico della politica che erano le idee, i valori, persino i sentimenti? Oggi il cuore della politica sono i sondaggi. E i sondaggi dicono di lasciare stare le carceri. Muoia Susanna, muoia Azzurra, muoia Andrea. I risultati elettorali mica cambiano.

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